Eraldo Soncini

Nasce il 4 aprile 1901 a Milano. Operaio. Antifascista di vecchia data, appartiene al Cln della Zona di Porta Venezia e alla costituenda 107^ Brigata SAP, già membro della Commissione interna della Pirelli.
Viene arrestato in via Pecchio, a seguito di una retata della Gestapo e dei fascisti della Muti. Soncini si recava spesso al n. 11 di via Pecchio, dove si incontrava con Dario Barni, commissario delle Matteotti ,caduto a Begoglio (frazione di Santa Maria della Versa (PV)), il 18 settembre 1944.
Soncini viene arrestato e torturato alla Casa del Balilla di Monza. Il 7 agosto 1944 trasferito nel carcere di San Vittore.
Il fratello Ferdinando racconta: L’ultima volta che lo vidi vivo, fu il 7 agosto. Come nei giorni precedenti lo avevo seguito nel tragitto tra il carcere e la Casa del Balilla (Monza) dove lo portavano per l’interrogatorio. Trepidanti sulle biciclette, l’8 agosto, attendemmo inutilmente che passasse. Non vedendolo, chiedemmo di lui alla direzione del carcere. Ci dissero che era stato trasportato a San Vittore. Passò il 9. Il mattino del 10, alle sei, stavo montando in bici, allora facevo il primo turno alla Pirelli Bicocca, quando udii una scarica di fucileria, poi un’altra, poi un’altra ancora. Agghiacciai… Rimasi a lungo aggrappato al manubrio della bicicletta. Stavo per entrare quando un collega mi disse di tornare subito a casa. Eraldo ha lottato sino all’ultimo. E’ fuggito mentre i fascisti spianavano contro di lui le armi. La fuga colse di sorpresa i repubblichini. Aveva già raggiunto via Andrea Doria: il più era fatto. Ma un colpo di fucile lo raggiunse a un polpaccio. Barcollò solo per un attimo; prosegui la sua fuga e si rifugiò in un portone, in via Palestrina 7. I fascisti, guidati dalle gocce di sangue perso dalla ferita, entrarono nel portone, infilarono di corsa le scale. Eraldo era nascosto in un vano del muro. Gli erano passati davanti senza vederlo. Il suo respirare affannoso però richiamò l’attenzione di uno degli assassini. Gli ingiunse di alzare le mani e a bruciapelo scaricò il caricatore del mitra.”